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Associazioni: �Almeno la spesa di un caff� all'anno per la natura d'Italia� I parchi nazionali e le aree marine protette costano agli italiani quanto un caff� all'anno, ma la manovra finanziaria approvata dal governo e in discussione al parlamento prevede la riduzione dei costi addirittura del 50%. In queste ore le associazioni ambientaliste e del mondo dei parchi hanno consegnato le proposte di emendamento alla Commissione Bilancio del Senato, per chiedere di modificare il decreto, perch� ci sia un futuro della conservazione della natura in Italia. Per i parchi infatti la riduzione stimata dei costi non � superiore a 20 milioni di euro all'anno, a fronte della paralisi, del blocco e quindi della chiusura degli enti parco nazionali e dei consorzi di gestione delle aree marine protette. Riducendo lo stanziamento ordinario annuale del 50%, infatti, si andrebbe molto al di sotto delle spese accertate necessarie per la quotidiana sopravvivenza. Risultato? Fine dei controlli ambientali, fine della prevenzione anti bracconaggio, fine del monitoraggio continuo di biodiversit� e dissesto idrogeologico, fine della tutela delle principali sorgenti su Alpi ed Appennini, fine della accorta gestione di fiumi e paludi, montagne e pianure, colline e foreste, per non parlare dello straordinario patrimonio marino e di beni culturali ricompresi nei gioielli naturali del Paese. Il problema vero � che non si tratta di una riorganizzazione, di una ristrutturazione, di una semplificazione, ma semplicemente di una morte annunciata per anoressia. Qual � il progetto del governo per i parchi? Quale il loro ruolo in un auspicato quadro di riordino e riforma degli enti pubblici? Quale la ricetta per aumentare la loro efficacia, la loro gi� notevole capacit� di attrazione di fondi comunitari e di fondazioni bancarie? Non � dato sapere. L'unica certezza � che la manovra finanziaria prevede che entro due mesi dall'approvazione, quindi a fine luglio, il Ministro dell'ambiente debba ridurre del 50% lo stanziamento per i parchi e le riserve dal 2011 e per gli anni futuri. Anche nel migliore modello gestionale del mondo, quello USA, i parchi non si autofinanziano completamente, cos� come i migliori musei del mondo. Allora perch� questo dovrebbe avvenire in Italia? Chiediamo che gli enti gestori delle aree naturali protette, di cui alla legge n. 394/91, siano esentati dalle misure della finanziaria e che si discuta in Parlamento per approfondire la realt� della natura gestita in Italia (oasi, riserve, parchi, aree marine) al fine di cogliere i lati positivi ed innovativi di una gestione spesso creativa e capace, oltre che esaminare i non pochi problemi presenti ed individuarne la cura. Sarebbe davvero incredibile che un Paese culla di civilt�, culture e natura come l'Italia dovesse sciogliere i propri parchi nazionali e le altre aree protette alle soglie del suo 150� anniversario di fondazione e proprio nell'anno internazionale per la biodiversit�. 394 associazione nazionale dipendenti aree protette, Aidap associazine italiana direttori e funzionari aree protette, AIGAP associazione italiana guardaparco, CTS, Istituto Pangea onlus, FAI , Federparchi, Italia Nostra, LIPU, Legambiente, Marevivo, Unione per i parchi e la natura d�Italia, WWF.
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