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Trovati morti nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) due orsi. Uno e' il famoso orso Bernardo, conosciuto da anni dalla popolazione per le sue visite notturne nei pollai dei centri abitati del Parco, l'altro e' una femmina ritrovata meno di 24 ore dopo nel territorio montano di Gioia dei Marsi (L'Aquila). Grande il rammarico di Legambiente che commenta per bocca del suo responsabile aree protette e territorio, Antonio Nicoletti, "Non ci sono parole per definire l'ennesima mattanza di orsi al Parco Nazionale d'Abruzzo, se non delinquenza pura e brutale alla quale bisogna rispondere con la massima determinazione nell'annientare il bracconaggio". Il ritrovamento e' stato fatto dal personale che seguiva l'orso attraverso il radiocollare satellitare che aveva smesso di trasmettere il segnale. Una tecnologia utile a studiarne tutti i movimenti e le attivita' quotidiane per acquisire maggiori conoscenze per una piu' mirata gestione. Continua lo stillicidio delle uccisioni degli orsi, la piccola popolazione residua nel PNA e Centro-Appennino, stimata in circa 40-50 individui, vede con l'uccisione dei due orsi, ridursi del 4% in un colpo solo. "Tutto cio' - continua Nicoletti - nonostante il plantigrado sia tutelato da leggi nazionali ed internazionali (specie prioritaria in Direttiva europea 43/92 - habitat). La causa della morte sembra ormai certa essere per avvelenamento da anticrittogamici, che, seppure potentissimi veleni, si possono acquistare senza nessun controllo particolare. A questo punto - conclude il responsabile aree protette e territorio di Legambiente - diventa fondamentale dare concreta attuazione agli accordi e alle strategie gia' messe in campo in questi anni per la tutela dell'orso bruno marsicano".
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